giovedì 31 dicembre 2009

Il destino di Villino Florio












Domanda:

Dopo il restauro, cosa ne sarà del Villino Florio all'Olivuzza, capolavoro di Ernesto Basile?
Potrebbe diventare la sede dell'Archivio dei Basile padre e figlio, ospitando anche un piccolo museo del Liberty palermitano?


mercoledì 30 dicembre 2009

Le oche di Villa Niscemi

Buon 2010 alla nostra città, Palermo!




Foto M. A. Spadaro
Le oche di Villa Niscemi (sede di rappresentanza del Sindaco), come le mitiche oche del Campidoglio, riusciranno a salvare la città liberandola dai suoi problemi?


Natale Concorso Scuole - Palazzo Sant'Elia

Creatività, gioco, fantasia ... negli Alberi di Natale creati dai giovanissimi alunni, utilizzando materiali e oggetti di riciclo.
I fantasiosi alberi sono esposti a Palazzo Sant'Elia







Fotografi italiani a Palermo

Palermo - dal 18 dicembre 2009 al 21 marzo 2010
Camera con sguardo. Fotografi italiani

a cura di Achille Bonito Oliva

PALAZZO SANT'ELIA

Basilico, Krasnye vorota Mosca 2007
















venerdì 25 dicembre 2009

Corpo automi robot, Mostra a Lugano














Corpo Automi Robot

Tra arte, scienza e tecnologia

Lugano, Museo d’Arte e Villa Ciani

25 ottobre 2009 - 21 febbraio 2010

mostra a cura di Bruno Corà



giovedì 24 dicembre 2009

Burri e Fontana, Mostra a Palazzo Valle (CT)

Fondazione Puglisi Cosentino
Palazzo Valle, Catania

Burri e Fontana. Materia e Spazio


Quando l’esperienza artistica aveva ancora un valore estetico

Maria Antonietta Spadaro

Nel panorama assai critico dell’arte di oggi, davanti a figure ormai storiche del contemporaneo, quali Alberto Burri (1915-1995) e Lucio Fontana (1899-1968), bisogna inchinarsi.
La mostra di Palazzo Valle a Catania, curata da Bruno Corà, ci consente di rileggere l’opera di questi maestri che sconvolsero i canoni della comunicazione artistica contribuendo ad aprire nuovi orizzonti sull’interpretazione del reale.
Nelle loro opere non leggiamo ironia, vuoti giochi formali, trovate sorprendenti (ma a volte poco significanti) come ormai siamo abituati a vedere troppo spesso nell’inquieto panorama internazionale dell’arte di oggi.
Le opere di questi maestri, che pure vengono ripresi da tanti epigoni, esprimono, attraverso autentiche ‘sofferenze’ della materia e della forma, emozioni che ci toccano profondamente.
Burri e Fontana – è stato giusto accomunarli in una stessa mostra nonostante le chiare differenze tra le due personalità – hanno esplorato inedite possibilità della materia e della forma contribuendo a definire nuove valenze estetiche, proprie del loro tempo: hanno espresso valori nell’ambito della sfera culturale ormai ineludibili. Superati gli anni di scettica accoglienza con accuse di astrusità, di significati arcani e incomprensibili, essi sono ormai acclamati nel panorama internazionale quali maestri indiscussi della grande svolta dell’arte del dopoguerra.
La materica fisicità delle opere sfidava all’epoca (fine anni ’40-primi anni ’50) il concetto dell’arte come mimesi, sulla tela o nella tridimensionalità scultorea. I sacchi, il catrame e le bruciature di Burri e i buchi e i tagli di Fontana proponevano, per la prima volta, un modo di intendere la materia e lo spazio in termini di espressività assoluta.
Fontana nel ’51 ‘mette in scena’ alla IX Triennale di Milano, con l’architetto Luciano Baldessari, quel magico ghirigoro al neon, sulla famosa scalinata del palazzo, creando un Concetto spaziale di straordinaria novità, in sintonia con il suo interesse per le tecnologie del tempo come il neon e la nascente televisione. La riproduzione dell’opera presente in mostra (insieme ai disegni di progetto) benchè decontestalizzata , mantiene intatto il suo valore (anche per aver anticipato l’esteso uso che in seguito è stato fatto del neon nell’arte, da Nauman a Merz, da Kosuth a Calzolari, ecc.).
La selezione delle opere dell’artista, esposte a Catania, propone altri capolavori quali i rossi, Concetto spaziale. I Quanta del 1960, nonché i tagli, i buchi, i teatrini, le sculture in bronzo o in terracotta (Natura). Quest’ultime ci appaiono come materie non terrestri, trovate altrove, forse in altri mondi, e violentate da misteriosi buchi e squarci.
Se per Fontana il “concetto spaziale” era una proiezione verso il futuro, forse il desiderio di esplorare l’ignoto e il cosmo, per Burri l’indagine sulla materia è molto terrena e vicina , per quanto incredibile, all’uomo – non dimentichiamo che Burri era un medico. Il maestro di Città di Castello, nell’arcano manipolare logore tele di sacco, nella sofferta combustione di plastiche, nel far nascere le fenditure aride di un cretto, sembra indicare la prossima fine di una civiltà, della sua storia. Persino le opere Nero, oro, nell’assoluto contrasto luce/tenebre , sembrano alludere al lento entropico esaurirsi della vita o dell’umanesimo.
Per tali ragioni l’opera siciliana di Burri, il Cretto di Gibellina – la più grande opera di Land-art in Italia –, ha espresso meglio di qualsiasi altra cosa il dramma della fine di un paese a causa del tremendo sisma del 1968.
La mostra, così sinteticamente delineata, è da ammirare anche per l’impeccabile allestimento che rende gradevole il percorso espositivo, facendo cogliere i fili sottili che connettono le esperenze dei due maestri dell’arte italiana del XX secolo.



La mostra è visitabile fino al 14 marzo 2010. www.fondazionepuglisicosentino.it

Burri e Fontana. Materia e spazio, mostra a cura di Bruno Corà, Catania Palazzo Valle, Catalogo Silvana Editoriale, Milano 2009

domenica 20 dicembre 2009

A. M. Ruta terrà una conferenza su Pasquarosa









Martedì 9 marzo 2010 alle ore 17.00 a Villa Zito, nell'ambito del 5° Ciclo di conferenze ARTE AL FEMMINILE,


Anna Maria Ruta parlerà di Pasquarosa Marcelli Bertoletti (1896-1973)